09/02/2023
Giorno del Ricordo: al Bibliomelograno il dramma delle Foibe

Commozione al Bibliomelograno in occasione del Giorno del Ricordo, dedicato con una Legge dello Stato al dramma delle Foibe e dell’esodo degli esuli istriani, fiumani e dalmati.
Presso il Centro Civico Comunale Le Rughe è stato rievocato con interventi di esperti e testimoni il dramma che si è consumato anche a guerra finita, nei conflitti sanguinosi, nelle vendette a sfondo ideologico che si sono scatenate sul confine orientale, in quella pulizia etnica che è stata perpetrata dagli uomini di Tito, il presidente e dittatore della Jugoslavia. Tra il mese di maggio e il mese di giugno del 1945 migliaia di italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia furono obbligati a lasciare la loro terra. Altri furono uccisi, gettati nelle foibe o deportati nei campi sloveni e croati.
Dopo il saluto della Direttrice del Bibliomelograno Giovanna Micaglio che ha sottolineato l’impegno dell’istituzione culturale aperta e gestita da volontari dell’associazione di Promozione Sociale “Il Melograno Solidarietà ambiente Cultura” per commemorare il Giorno del Ricordo, è stata la volta del Sindaco Gian Filippo Santi che ha dato il benvenuto al folto pubblico, sottolineando come sia doveroso onorare i defunti e le vittime di quegli anni e commemorare questa pagina di storia: il Comune di Formello – ha aggiunto il Sindaco Santi - è in prima fila con tante iniziative nel ricordare ogni anno questa pagina di storia “vergognosamente dimenticata” per troppo tempo.
Presso il Centro Civico Comunale Le Rughe è stato rievocato con interventi di esperti e testimoni il dramma che si è consumato anche a guerra finita, nei conflitti sanguinosi, nelle vendette a sfondo ideologico che si sono scatenate sul confine orientale, in quella pulizia etnica che è stata perpetrata dagli uomini di Tito, il presidente e dittatore della Jugoslavia. Tra il mese di maggio e il mese di giugno del 1945 migliaia di italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia furono obbligati a lasciare la loro terra. Altri furono uccisi, gettati nelle foibe o deportati nei campi sloveni e croati.
Dopo il saluto della Direttrice del Bibliomelograno Giovanna Micaglio che ha sottolineato l’impegno dell’istituzione culturale aperta e gestita da volontari dell’associazione di Promozione Sociale “Il Melograno Solidarietà ambiente Cultura” per commemorare il Giorno del Ricordo, è stata la volta del Sindaco Gian Filippo Santi che ha dato il benvenuto al folto pubblico, sottolineando come sia doveroso onorare i defunti e le vittime di quegli anni e commemorare questa pagina di storia: il Comune di Formello – ha aggiunto il Sindaco Santi - è in prima fila con tante iniziative nel ricordare ogni anno questa pagina di storia “vergognosamente dimenticata” per troppo tempo.
Presente al Bibliomelograno una folta rappresentanza delle autorità comunali: la presidente del Consiglio comunale Roberta Mazzoneschi, gli assessori Roberta Bellotti e Anna Stella, il segretario personale del Sindaco Marco Rapagnani.
“Le foibe sono una ferita ancora aperta” ha detto il moderatore del dibattito Giovan Battista Brunori, Giornalista Caporedattore del Tg2 Rai e Presidente de “Il Melograno”: queste persone – ha sottolineato Brunori – hanno sofferto tre volte: prima a causa della guerra, poi a causa della dittatura comunista di Tito e poi, al loro arrivo in Italia, a causa dell’indifferenza o peggio dell’aperta ostilità di troppe persone che vedevano gli esuli istriani, fiumani e dalmati come “stranieri”. Il Giorno del Ricordo dunque – ha detto Brunori – è l’occasione per costruire l’identità di una comunità, una identità aperta al rispetto delle differenze, al dialogo, alla conoscenza. Un’occasione importante soprattutto per la formazione dei giovani, come ha sottolineato il parroco di Le Rughe don Gabriel Gabati, che ha ricordato quanta strada ancora ci sia da fare per formare giovani aperti al dialogo, alla tolleranza, al rispetto degli altri. Il Professor Marino Micich, docente all’Università Niccolò Cusano e Direttore dell’Archivio del Museo Storico di Fiume, ha delineato un approfondito quadro storico dell’epoca, illustrando al pubblico quanto fosse complesso il contesto culturale e politico nel quale si è consumato il dramma delle foibe nella costa nordorientale adriatica. Ha sottolineato in particolare quanto fosse radicata in quelle popolazioni la loro identità italiana, popolazioni che vivevano in quelle terre da secoli e orgogliose del loro patrimonio culturale e di tradizioni che i partigiani titini volevano strappare dalla vita dello Stato comunista. Particolarmente commovente la testimonianza di Antonia e Mario Uderzo, appartenenti ad una famiglia residente a Buie d’Istria dal ‘600, e costretta a lasciare quella terra tanto amata per non perdere l’identità italiana che la pulizia etnica scatenata dal regime comunista jugoslavo intendeva invece cancellare. Mario Uderzo in particolare ha raccontato quanta sofferenza ha percepito nei genitori, italiani che si sentivano “stranieri in patria”, le difficoltà dell’inserimento al loro arrivo in Italia, nel quartiere di Acilia. Proiettati in sala vari filmati che hanno dato spunto e rilanciato il dibattito: un servizio sulle Foibe realizzato per il Tg2 da Adriano Monti Buzzetti, un esclusivo reportage dell’inviato Rai Andrea Romoli che si è calato dentro una foiba scoprendo reperti risalenti al periodo dei massacri, e un servizio su un particolarissimo triangolare di calcio – che ha visto protagonisti i discendenti degli esuli giuliano dalmati di tutto il mondo - allo stadio Flaminio di Roma tra le antiche squadre italiane di Pola, Fiume e Zara. Un servizio realizzato dal giornalista e conduttore del Tg2 Marco Bezmalinovich – presente in sala - assieme al cameraman Rai Mario Uderzo, con immagini e interviste dell’evento organizzato dall’Associazione Nazionale Venezia-Giulia e Dalmazia sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Bezmalinovich – proveniente da una famiglia originaria di quelle terre pur non avendo sofferto in prima persona il dramma delle Foibe, ha concluso il “Giorno del Ricordo” al Bibliomelograno sottolineando quanto sia importante ricordare questi fatti e promuovere iniziative culturali come questa perché episodi di intolleranza, di violenza e di discriminazione non accadano mai più.